Quelle mani

QUELLE MANI

 

Mi mostrava le sue mani

callose e ruvide,

segnate come i campi

che lavorava da una vita.

Mani aperte,

imploranti come in una muta preghiera

a quel cielo che aveva mandato la grandine,

invece della pioggia sperata.

Mi mostrava l’uva falcidiata,

gli acini sventrati,

gravidanze interrotte

che non avrebbero maturato

i parti d’autunno,

quel vino nel quale aveva sperato tanto.

Guardavo le sue mani

e non trovavo parole

per quella cupa disperazione

che rifletteva storie antiche

ma sempre ricorrenti per la gente dei campi.

Poi, d’improvviso, il sole,

quasi un invito a continuare.

“Ce la farai, vecchio mio.”

E guardai ancora quelle mani

che il tempo aveva quasi mineralizzato

assorbendole come componenti

di una terra spesso matrigna,

ma pur sempre amata…

Mani che parlavano un linguaggio di altri tempi,

ormai superato e quasi incomprensibile.

Di una razza in estinzione….

 

AUTORE: MARIO TRAVERSI