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TITOLO POESIA |
PROVENIENZA |
AUTORE |
1) |
Luco dei Marsi AQ |
Vicaretti Umberto |
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2) |
Albiate MB |
Sala Enrico |
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3) |
Veroli FR |
Fiorini Franco |
TITOLO POESIA | PROVENIENZA | AUTORE |
Dorme la mia città profondamente | Luco dei Marsi AQ | Vicaretti Umberto |
Cosa mi manca? | Albiate MB | Sala Enrico |
Le mie radici | Veroli FR | Fiorini Franco |
Il tetto rosso | Milano | Ciampella Atonia |
Pioggia scrosciante | Livorno | Corsi Alessandro |
Ascoltare il silenzio | Corsanico LU | Mugnaini Ivano |
L’albero vecchio | Vicenza | Noro Carla |
Terra | Castel San Pietro Terme BO | Bartolini Monica Patrizia |
Nessun pianto | Gallarate VA | Bani Anna |
Io sono pietra | Rosà VI | Meneghetti Graziella |
TITOLO POESIA | PROVENIENZA | AUTORE |
Vie celesti | Inverigo (CO) | Cavinato Alice |
Novilunio | Rovereto di Cadeo (PC) | Tuveri Stefania |
L’autunno | Stradella (PV) | Losio Federico |
Tre anni dopo | Stradella (PV) | D’Elia Miriam |
La culla del mio io | Spoleto (PG) | Guerrini Greta |
Pescano al fondo le mie radici:
succhiano linfa di terra, antica una vita,.
Un’infanzia spesa a rincorrere il vento a sentieri di stupore,
scalzi i piedi al sangue rosso dei papaveri,
le braccia aperte il mondo ad abbracciare.
Erano verdi le mie avventure
quando il tempo era fermo a una stagione
e le lucciole erano stelle a cieli di trifoglio.
Erano d’oro le mie colline
come i brividi di falce sulle spighe
a concerti monocordi di cicale
a zittire nenie di grilli tra le stoppie.
Pescano al fondo le mie radici:
sanno di terra arata che mi pulsa in mano
e di acqua canterina alla corrente;
mi parlano di vigne e di sementi,
degli ulivi millenari in mezzo ai sassi
generosi ed aspri come la mia gente.
Una donna curva al fumo caldo delle zolle
le mani a tormentare a terre di gramigne.
Ansiosa una madre sulla soglia
e quelle mani fattesi carezza,
fragranza di farina e pane bianco.
Di mio padre memoria i suoi ritorni
fioriti all’ombre lunghe dei tramonti:
dentro le tasche segreti da scoprire,
in fondo agli occhi silenzi da rubare.
Pescano al fondo le mie radici:
portano linfa antica al mio presente.
E gli ulivi già sembrano d’argento
all’autunno che mi viene incontro,
dolce, come la terra che mi porto dentro.
Fiorini Franco, Veroli (FR)
Motivazione:
Il componimento, incentrato sul tema degli affetti e della memoria, è caratterizzato da versi malinconici, con i quali l’autore ricerca ricordi velati e sfocati, lontani nel tempo e nello spazio: un efficace inno alla vita. in cui la malinconia si mischia alla gioia per quei ricordi così preziosi. Come fosse una carezza, l’immagine finale ci trasmette realmente la dolcezza dell’autunno; un autunno che ha in sé la linfa di una vita trascorsa con amore e passione, per la terra e le persone.
Ostaggio
di un vecchio cortile,
circondato da case
con sciarpe di grondaia
e baschi di tegole,
un gatto nero sgomitola ricorda.
Riaccende,
sulle pietre
lisciate dal tempo,
la lanterna delle emozioni
e si ricompongono,
in questo scalzo mio disordine,
tasselli confusi
agli argini della memoria.
Rapito da un’onda
riflessa dal portico,
rivedo gli occhi di mia madre
felici del nulla
mentre oggi io patisco
la rinuncia del superfluo.
BRASILI Luigi, Tivoli (RM)
Motivazione:
Malinconica e struggente lirica d’amore: con brevi tratti di penna, che sembrano scritti di getto, il poeta denuncia con dolce sensibilità la personale “non rinuncia al superfluo”, conducendo il lettore all’interno di un mondo dove si scoprono emozioni e sentimenti atemporali, Gli ultimi 4 versi, di grande impatto, colpiscono nel segno e fanno riflettere tutti noi (non solo l’autore) sulla società che abbiamo costruito e in cui viviamo.
Vedi, torno alla mia città caduta,
alle sue strade dai perduti passi,
ai campanili senza più canzoni.
Dorme la mia città,
dorme la mia città profondamente.
Larga come la notte ha una ferita
che artiglia ancora e ancora ancora brucia.
No, non cercare fiati tra le pietre:
la mia città respira oltre le stelle,
nell’aria azzurra di silenzio e luce.
Tesse animati e freschi crocevia,
un labirinto dolce di ritorni
per gli abbracci scordati alla partenza.
Muovono lievi e trepide le ombre
tra le cento contrade rifiorite
a questo aprile vivo di memorie.
La mia città respira oltre le stelle,
ha un fremito leggero se accarezzi
una selce anche solo con lo sguardo.
Lentamente riannoda le sue fibre,
promessa, come l’Araba Fenice
(tenacemente ricordando il sole),
al volo che riaccenda un tempo nuovo.
Allora poserò, come Tommaso,
sopra le antiche mura la mia mano.
Vicaretti Umberto, Luco dei Marsi (AQ)
Motivazione:
Poesia di singolare valenza comunicativa, per l’uso di un linguaggio caratterizzato da semplicità e immediatezza; il legame profondo con la terra natia ed il flusso di immagini, anche dolorose, dilatate oltre il ricordo personale dell’autore, emanano pathos intenso. L’autore trasforma il dolore in musica ed il lettore viene rapito da sprazzi di speranza.
Titolo Poesia | Provenienza | Autore |
Nessun Pianto | Gallarate VA | ANNA BANI |
Terra | Castel San Pietro Terme BO | PATRIZIA MONICA BARTOLINI |
Il Tetto Rosso | Milano | ANTONIA CIAMPELLA |
Pioggia Scrosciante | Livorno | ALESSANDRO CORSI |
Le Mie Radici | Veroli FR | FRANCO FIORINI |
Io Sono Pietra | Rosa' VI | GRAZIELLA MENEGHETTI |
Ascoltare Il Silenzio | Corsanico LU | IVANO MUGNAINI |
L'Albero Vecchio | Vicenza | CARLA NORO |
Cosa Mi Manca | Albiate MB | ENRICO SALA |
Dorme La Mia Citta' Profondamente | Luco Dei Marsi AQ | UMBERTO VICARETTI |